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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

UNGHERIA ANNO #0: il testo della nuova legge sulla famiglia (not for the weak at heart!)

L’Ungheria sta scrivendo la Storia con la s maiuscola. Cominciando dalla nuova legge sulla famiglia naturale uomo-donna. Ecco di cosa si tratta (1,2)

Cosa afferma la legge approvata dal parlamento ungherese? Il testo della legge non è stato pubblicato dalla stragrande maggioranza dei media, da cui hanno invece estrapolato soltanto alcune frasi. Nella realtà questa legge non discrimina gli LGBT; essa decreta, invece, che l’insegnamento di temi sessuali sia riservato alle famiglie e che le scuole possano trattare tali questioni solamente con gli studenti che hanno raggiunto la maggiore età, al fine di minimizzare il rischio di abusi sessuali ed eliminare il pericolo della pedofilia.

L’ordinamento ungherese, infatti, pone un forte accento sull’istituzione della famiglia naturale, quale elemento fondante del contratto sociale ungherese. La Costituzione ungherese afferma che:

“1. L’Ungheria proteggerà l’istituto del matrimonio come unione di un uomo e una donna stabilita con decisione volontaria, e la famiglia come base della sopravvivenza della nazione. I legami familiari si basano sul matrimonio e/o sul rapporto tra genitori e figli.

  1. L’Ungheria incoraggia l’impegno ad avere figli.
  2. La tutela delle famiglie è regolata da un atto cardinale.

E’ facile comprendere, dunque, come la minaccia all’istituzione familiare sia avvertita come un diretto pericolo nei confronti del contratto sociale su cui si basa lo Stato ungherese. 

Le reali motivazioni delle critiche: legge discriminatoria o nuova argomentazione nell’arsenale conservatore?

D’altro canto le accese critiche alla iniziativa legislativa ungherese non sono da ricercare semplicemente nella posizione dell’Ungheria, che riconosce e tutela l’identità individuale funzionale basata sul sesso biologico in contrapposizione al quadro ideologico gender. L’origine di tali critiche risiede piuttosto nello scacco argomentativo in cui la legge relega gli attivisti ed i militanti LGBT, mettendoli di fronte ad istanze positive che i conservatori giustificano in punto di diritto.

Il testo legislativo ravvisa nella politica “gender” propria degli attivisti LGBT e la conseguente sua promozione nelle scuole un esplicito tentativo di sessualizzazione dei minorenni. Questa argomentazione, lungi dall’essere un espediente retorico capzioso, trova oggettivo riscontro nel contesto europeo: dallo show televisivo danese che presentava adulti nudi davanti a dei bambini (si è scoperto di recente che uno dei partecipanti era un pedofilo già noto alle autorità) alla serie TV Netflix Cuties che raffigurava le bambine protagoniste in attegiamenti marcatamente sensuali, solo per citare i casi più recenti ed eclatanti.

E l’Italia?

La mossa ungherese potrebbe avere anche ripercussioni sull’italico dibattito intorno al DDL Zan, segnato da una direzione apparentemente opposta a quella ungherese, con le forze di quasi tutta la sinistra parlamentare in favore dell’insegnamento LGBT nelle scuole anche per i minori… I conservatori in Italia sapranno approfittare dell’occasione, adottando – a buon diritto – un’argomentazione simile a quella ungherese per bloccare il DDL Zan e promuovere quei valori cristiani che altrove sbandierano per ottenere facili voti?

Non dovrebbe essere compito troppo arduo, giacché anche nella nostra Costituzione il richiamo all’importanza della famiglia è presente. La Costituzione italiana recita infatti:

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” .

Inoltre essa riconosce la discriminazione basata sulla distinzione di sesso e non sui criteri fortemente fittizi ed arbitrari come quelli dell’identità gender:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

La Costituzione riconosce, dunque, come elemento fondante del contratto sociale la famiglia in quanto società “naturale” e riconosce il ruolo del sesso biologico, quello cioè – tocca chiarirlo – composto da donna e uomo e null’altro. L’accoglimento del DDL Zan non significherebbe nulla di meno che il sovvertimento di un elemento fondante della società italiana come rappresentata nella nostra Costituzione che, come si suol ripetere, è “la più bella Costituzione del mondo”.

Il testo della legge ungherese [ csak magyarul beszélőknek] per intero visualizzabile qui (2).

(1) Viktor Orban, cosa dice davvero la nuova legge ungherese: “Non è anti-gay ma pro-famigliehttps://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/27740473/viktor-orban-cosa-dice-davvero-nuova-legge-ungherese-no-anti-gay-pro-famiglie.html

(2) testo della legge in lingua ungherese https://www.parlament.hu/documents/129291/40734520/T16365_1.pdf

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DIFFICOLTA’ PER LA CRONACA: censure e silenzi sul tabù della rinuncia (1)

ESPRIMIAMO SOLIDARIETA’ AL GIORNALISTA ANDREA CIONCI IL QUALE HA DICHIARATO OGGI (26 giugno):

Lo scrivente ha …. appena perso due collaborazioni con testate giornalistiche proprio per aver toccato il tasto dolente” [ovvero la cosiddetta “rinuncia” di Ratzinger]. Questo proverebbe, secondo Cionci, che l’argomento rappresenta [per la stampa e i giornalisti internazionali] un vero e proprio “argomento proibito” .

Il motivo suggerito? “la paura fa 90″: [a causa di probabili] sanzioni lavorative [subite dai giornalisti interessati, con la minaccia] conseguente [di] censure e [l’imposizione di] silenzi [stampa] sul tabù della rinuncia.”

Sempre secondo Cionci questo potrebbe essere anche il reale motivo della chiusura definitiva del canale youtube “Radio Domina Nostra” [avvenuta il 22 giugno u.s.], ufficialmente chiusa perche’ sarebbe stata hackerata. Peraltro le informazioni disponibili, che parlano di “volonta’ di non riaprire il canale youtube“, non sembrano affatto supportare questa tesi (2).

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(1) Benedetto XVI, “la paura fa 90”: sanzioni lavorative, censure e silenzi sul tabù della rinuncia. Andrea Cionci, 26 giugno 2021,

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/27736711/inchiesta-rinuncia-benedetto-xvi-arrivano-sanzioni-lavorative-nessuno-risponde-come-il-die-tagespost-chiuso-canale-don-minut.html

(2) Vedasi al riguardo il comunicato di Radio Domina Nostra (RDN) trasmesso via WhatsApp il 22 giugno ore 16.52: “Degli hacker sono entrati nel canale Youtube di Radio Domina Nostra e lo hanno sostituito con il loro. Quel canale e’ stato chiuso e’ ne e’ stato aperto uno nuovo.” Peraltro successivamente (alle 21.13 dello stesso giorno) e’ stato emesso dalla stessa RDN un nuovo comunicato con cui e’ stata comunicata la volonta’ di non riaprire il canale youtube.

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Hi viri misericórdiæ sunt, quorum pietátes non defuérunt

Lectio Eccli 44:10-15
Hi viri misericórdiæ sunt, quorum pietátes non defuérunt: cum semine eórum pérmanent bona, heréditas sancta nepótes eórum, et in testaméntis stetit semen eórum: et fílii eórum propter illos usque in ætérnum manent: semen eórum et glória eórum non derelinquétur. Córpora ipsórum in pace sepúlta sunt, et nomen eórum vivit in generatiónem et generatiónem. Sapiéntiam ipsórum narrent pópuli, et laudem eórum núntiet Ecclésia.

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Atténdite a ferménto pharisæórum, quod est hypócrisis Evangelium Luc 12:1-8

Atténdite a ferménto pharisæórum, quod est hypócrisis.

L’IPOCRISIA E QUELLA DI CHI SI PREOCCUPA DELL’OPINIONE ALTRUI

Nihil autem opértum est, quod non revelétur: neque abscónditum, quod non sciátur.

La verita (nel bene o nel male) prima o dopo verra’ alla luce!

Osténdam autem vobis, quem timeátis: timéte eum, qui, postquam cecíderit, habet potestátem míttere in gehénnam

ANCHE NOI RISPLENDEREMO UN GIORNO SE AVREMO SCELTO IL BENE (NESSUN NOSTRO CAPELLO ANDRA’ PERSO!)

Evangelium Luc 12:1-8
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Atténdite a ferménto pharisæórum, quod est hypócrisis. Nihil autem opértum est, quod non revelétur: neque abscónditum, quod non sciátur. Quóniam, quæ in ténebris dixístis, in lúmine dicántur: et quod in aurem locúti estis in cubículis, prædicábitur in tectis. Dico autem vobis amícis meis: Ne terreámini ab his, qui occídunt corpus, et post hæc non habent ámplius quid fáciant. Osténdam autem vobis, quem timeátis: timéte eum, qui, postquam cecíderit, habet potestátem míttere in gehénnam. Ita dico vobis: hunc timéte. Nonne quinque pásseres véneunt dipóndio, et unus ex illis non est in oblivióne coram Deo? Sed et capílli cápitis vestri omnes numeráti sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus pluris estis vos. Dico autem vobis: Omnis, quicúmque conféssus fúerit me coram homínibus, et Fílius hóminis confitébitur illum coram Angelis Dei.

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REVELATION OF THE LAST APPARITION OF THE VIRGIN MARY

It has often been argued whether the apparitions of the Virgin Mary in Medjugorje, Bosnia Herzegovina, which started on June 24,1981 and are apparently continuing to the present day, are all truthful or not. There have also been continued reports of the visionaries seeing and receiving messages from the “apparition” of Our Lady (Gospa) during the years since. The “visionaries” are six people which at the time o the first apparition (1981) had an age ranging from en to sixteen years old: Ivan Dragičević, Ivanka Ivanković, Jakov Čolo, Marija Pavlović, Mirjana Dragičević and Vicka Ivanković . The seers often refer to the apparition as the “Gospa“,[1] which is the everyday Croatian name for lady

The purpose of the present comment is to point out the existence of two possible contradictions which put in severe doubt the truth of the apparitions at least starting from the date of March 30, 2008, Feast of the Divine Mercy.

FIRST CONTRADICTION

The first contradiction is provided by the revelation of the Virgin Mary to Giuseppe Auricchia (*):

“THIS IS MY LAST APPARITION”
Mammanelli, Sunday 30 March 2008, 12 hour, Feast of the Divine Mercy.
The last public message of the Madonna of the Pine
: “Dear sons, Today I have come to announce to you the THIS IS MY LAST APPARITION in this place and in all places, because God Father will not send me any more on Earth.”

(nota*1)

In genere il messaggio  pubblico della Madonna del Pino è stato dettato al Signor Auricchia a Mammanelli con il giorno fissato in anticipo e con l’invito a tutti a ritornare ad assistervi al mezzogiorno dell’ultima domenica del mese successivo.
Così è stato dal 1990 fino al 30 Marzo 2008, da quel giorno i messaggi si identificano in privati.
Un messaggio privato è un evento personale, confidenziale e riservato, opposto alla valenza ed al vincolo del messaggio pubblico, che è diretto a tutti ed a ciascuno in prima persona.

A prendere alla lettera il messaggio (che peraltro e’ inequivoco) non vi saranno quindi piu’ apparizioni pubbliche, quindi a partire dal 2008 nemmeno a Medjugorje! Questo potrebbe quindi spiegare evidenti le contraddizioni dei veggenti di Medjugorje che nel 2014 hanno espresso i loro ossequi al JM Bergoglio, come Santo Padre! Se la BVM fosse realmente presente a Medjugorje non potrebbe tollerare questo insulto (1).

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(*) http://www.madonnadelpino.altervista.org/m/ultimimessaggi.html dal Sito Ufficiale – Official Site,  MADONNA  del  PINO, Le apparizioni di Mammanelli a Giuseppe Auricchia:http://www.madonnadelpino.altervista.org/

(1) SULLE PROFEZIE DI PINO AURICCHIA SULL’IMPOSTORE  https://www.proselitismodellascienza.it/2021/06/23/sulle-profezie-di-pino-auricchia-sullimpostore/

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CASO VIGANO’: chi è il vero autore degli scritti di mons. Viganò? (*)

23 Giugno 2021 – 09:04

(di Emmanuele Barbieri-Roberto de Mattei) 

Chi è il vero autore degli scritti dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò negli anni 2020-2021? Proviamo ad offrire una risposta alla domanda che abbiamo sollevato su Corrispondenza Romana iniziando da un metodo sicuro: l’analisi e la comparazione degli scritti con i testi di altri autori rintracciabili sul web. Ciò che in gergo scientifico si chiama ricerca stilometrica.

Ebbene, l’analisi degli elementi lessicali e stilistici ci conduce a un solo possibile autore: “Cesare Baronio”, o “Baronius”, creatore e autore, dal 2010 al 2020, del blog Opportune Importune (ATTENZIONE alle ore 10 del 23 giugno, poco dopo la pubblicazione dell’articolo, il sito Opportune Importune è stato prontamente rimosso e per questo tutti i link dell’articolo non sono più raggiungibili. Una versione archiviata del sito è comunque consultabile a questo link. Se la nostra analisi stilometrica non fosse esatta, perché “Baronius”, o chi per lui, ha rimosso il sito Opportune Importune?)

“Cesare Baronio” è però a sua volta uno pseudonimo e il passo successivo sarà quello di cercare di svelarne l’identità.

Abbiamo condotto un’ampia analisi delle assonanze di stile e di contenuto tra i testi di Baronio e quello che chiameremo, da adesso, Viganò II, per distinguere i suoi scritti del 2020-2021 da quelli, ben diversi, del Viganò I, degli anni 2018-2019. Ci limitiamo, per ragioni di spazio a qualche esempio.

Comune a Baronio e a Viganò II è l’attribuzione ai progressisti dei termini “contro-chiesa”, “setta conciliare” (quiqui o “novatori” (quiqui).

Il Concilio Vaticano II è più volte definito da entrambi come un “idolo”. Per Baronio, finché «l’idolo conciliare non sarà abbattuto, assieme alla infausta memoria dei suoi artefici, sarà impossibile punirne i gran sacerdoti che assediano Roma da cinquant’anni» (10 gennaio 2013, qui). Anche Viganò II, nella sua recente Intervista sulla Liturgia definisce il Vaticano II un idolo e, come Baronio, stabilisce una equazione Vaticano II – Novus Ordo Missae.

Baronio e Viganò II, quando si riferiscono al Novus Ordo di Paolo VI, parlano sempre di «rito riformato» o «rito montiniano». Viganò II scrive che «gli artefici di quella liturgia» furono «prelati spesso in sospetto di appartenenza alla Massoneria, notoriamente progressisti» (qui; Baronio parla a sua volta di «un rito composto da prelati notoriamente progressisti e massoni» (25 novembre 2018, qui).
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I libri della nuova liturgia, per Baronio sono «messali stampati la cui funzione era quella di canovaccio cui far riferimento per le edizioni nelle diverse lingue nazionali» (15 gennaio 2013, qui. Per Viganò II questi libri liturgici «sono pensati come un brogliaccio, un canovaccio alla mercé di attori più o meno talentuosi alla ricerca del plauso del pubblico» (Qui).

Per Baronio «l’offertorio scompare del tutto per far posto a una preghiera giudaica di sapore panteistico» (25 novembre 2018, quihttps://opportuneimportune.blogspot.com/2018/11/questa-o-quella-per-me-pari-sono-in.html); Viganò II la definisce questa preghiera «offertorio talmudico» (qui).

Secondo Viganò «la cosiddetta “casula gotica” nelle forme che hanno preceduto il Concilio, soprattutto in Francia, è diventata quella specie di poncho che dopo il Concilio ci è stato spacciato come recupero della forma originale», ma si tratta di «un falso storico oltre che liturgico» (qui). Baronio aveva scritto che: «la casula conciliare è un orrido poncho che nulla ha a che vedere con la planeta descritta da San Carlo Borromeo (Instructionum fabricae, 1557), che troviamo raffigurata in moltissimi affreschi, quadri, miniature e smalti sin dal Medioevo» (11 gennaio 2014, qui).
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Viganò denuncia «i tentativi di rendere presentabile la liturgia riformata con operazioni di maquillage oggettivamente inutili» (qui). Baronio scrive che le «operazioni di maquillage rituale al Novus Ordo sono a nostro avviso destinate, nella maggior parte dei casi al più infelice naufragio» (15 gennaio 2013, qui).

Si potrebbe continuare all’infinito, ma ciò che più conta, al di là delle coincidenze verbali è il medesimo tono, che esprime una compiaciuta conoscenza liturgica, teologica e storica, che Baronio ha ostentato per dieci anni nel suo blog, ma che risulta totalmente assente dai due anni di interventi pubblici di Viganò I.

Ma chi si cela dietro lo pseudonimo di Cesare Baronio (1538-1607), il celebre cardinale e storico oratoriano, allievo di san Filippo Neri?

Si potrebbe dire che poco importa la soluzione del mistero, perché ciò che conta, non è “chi” l’ha detto, ma “cosa” viene detto. Il problema però nasce proprio da alcune affermazioni stravaganti di Baronio-Viganò II, soprattutto in materia di escatologia e “Gran Reset”, che pongono inquietanti interrogativi sulla vera identità del consulente teologico-liturgico dell’arcivescovo milanese. 

Purtroppo, dietro lo pseudonimo di Cesare Baronio sembra celarsi, non un teologo di sicura dottrina, ma un personaggio non privo di intelligenza e di cultura ecclesiastica, ma mancante di quella coerenza ed integrità che rende affidabile un collaboratore. Un personaggio che nella sua vita ha assunto, e continua ad assumere molteplici identità e che con l’ultima identità assunta, quella dell’arcivescovo Viganò, realizza ciò che forse ha sempre desiderato: presentarsi come un uomo di Chiesa, senza gli obblighi pastorali e morali che questa alta vocazione comporta.

A questo punto non ci resta che fare il nome del personaggio, ricorrendo non a voci generiche ma a documenti e fonti, da noi controllate: il nome dell’“eminentissimo Cesare Baronio” è Pietro Siffi.

Ma chi è costui? 

Dobbiamo partire da una data specifica. L’8 maggio 2020, Mons. Viganò lanciò un  appello   contro il “Nuovo Ordine Mondiale” , denunciando «la nuova torre di Babele, il castello di carte del Covid, la farsa dei vaccini, la frode del Great Reset», a cui apposero le lorofirme i cardinali Gerhard Müller Giuseppe Zen Zekiun e Robert Sarah, che l’ha poi ritirata. Questo appello fu il primo documento a suscitare forti interrogativi nel mondo cattolico a lui vicino, fino a spingere alcuni suoi amici ed estimatori a non sottoscriverlo.

Quel che fin da allora si seppe è che Mons. Viganò si rivolse a un suo collaboratore per predisporre la pubblicazione e la sottoscrizione dell’appello. In quel mese di maggio il collaboratore inviò a gruppi e personalità del mondo cattolico un avviso «IMPORTANTE E URGENTE!»  in cui, «su richiesta di Sua Eccellenza Mons. Viganò», rivolgeva una richiesta di adesioni al documento, da inviare a suo email personale.

Ebbene, nell’avviso di maggio 2020, il nome e l’e-mail del collaboratore di Mons. Viganò incaricato della raccolta delle firme era quello di Pietro Siffi, un personaggio conosciuto e discusso nel mondo tradizionalista italiano.

Pietro Siffi è nato a Venezia l’11 settembre 1969. Riceve la Cresima nella Parrocchia S. Zaccaria e Atanasio il 22 maggio 1984. Dopo gli studi al Liceo “Marco Foscarini” di Venezia, entra nella Fraternità Sacerdotale San Pio X dove nel Seminario “Saint Curé d’Ars”, a Flavigny sur Ozerain (Francia), il 1° febbraio 1990 riceve la Cresima “sub conditione”. Due giorni dopo riceve a Flavigny la tonsura, divenendo membro della FSSPX.  Ma dopo qualche tempo lascia, o è costretto a lasciare, la Fraternità. Non ne conosciamo i motivi, così come non sappiamo quali sono i motivi che qualche anno dopo lo spingono a lasciare l’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote di Gricigliano dove entra (ed esce) come seminarista.

Dal 1990 al 1994 Siffi frequenta l’Università della Sorbona (qui, poi, per qualche tempo se ne perdono le tracce, anche se qualcuno lo ritiene autore di un imbarazzante libro pubblicato sotto pseudonimo.

Di sicuro Pietro Siffi continua a coltivare i suoi interessi ecclesiastici. Nel 2007, per i tipi di Marietti Editore, cura la riedizione del Compendio di Liturgia Pratica di padre Ludovico Trimeloni con la prefazione del cardinale Darío Castrillón Hoyos, presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.    

Nel Compendio di Trimeloni, Siffi si presenta come Presidente dell’Archivum Liturgicum di Ferrara. Il 14 marzo 2007 dal blog Archivum liturgicum, “Baronio” o “Baronius” annuncia che di lì a poco uscirà il Compendio di liturgia pratica (qui), ma il primo annuncio della pubblicazione dell’opera risale addirittura al 25 settembre 2006 e Siffi è presentato come presidente dell’Archivum Liturgicum Sacrosanctae Romanae Ecclesiae

Già si annuncia che Benedetto XVI liberalizzerà l’antica liturgia romana . Evidentemente Baronio/Siffi ha buone informazioni dal mondo tradizionale e vaticano e nel 2007 pubblica un libro sulla Messa di San Pio V (quiqui).

Un articolo di Roberto Beretta su Avvenire del 25 gennaio 2008 recensisce in termini tutt’altro che elogiativi la terza edizione del Compendio di liturgia pratica di Trimeloni-Siffi, giunto alla seconda ristampa.  Avvenire del 29 gennaio 2008 ospita la replica di Siffi che si presenta come “Pietro Siffi degli Ordelaffi conte di Sassorosso” (vedi qui). In realtà nel Libro d’oro della nobiltà italiana pubblicato dal Collegio Araldico, Edizioni 1986-1989 e successive, non risulta l’esistenza di nessun conte Siffi degli Ordelaffi.

Siffi non è solo uno scrittore e liturgista tradizionalista. È un imprenditore. Nel 2010 crea a Ferrara “Ars Regia”(qui), che presenta in maniera “morbida” e seducente, come «uno studio di interior design specializzato nella proposta di complementi d’arredo di prestigio e di esclusivi tessuti d’arte». «I nostri complementi d’arredo permetteranno di dare un tocco di sottile eleganza e di charme alla propria dimora o ad un locale alla moda, differenziandosi dalle scontate proposte di grande diffusione e conferendogli un comfort decisamente esclusivo e glamour, dove con questo termine non si intende la semplice bellezza ma un atteggiamento, una sensazione, uno stato d’animo, con tutte le implicazioni di eleganza, sensualità e seduzione. L’immagine alla moda, il fascino colto ed evocativo dell’Oriente e dell’India, il lusso immaginifico e inconfondibile che richiama le famose location della Costa Azzurra, della Grecia, della Spagna, o della California sono tutti elementi che possono migliorare radicalmente l’aspetto di una residenza privata, un locale sul mare, un lounge bar: passione per l’abitare e per il vivere, per il calore domestico ma anche per l’estroso fervore mondano».

Nel corso della recita dell’Angelus del 10 ottobre 2010, appare un nuovo stemma papale di Benedetto XVI, ornato della tiara secondo l’antico uso. Siffi, creatore dello stemma, commenta: «Questo stemma, interamente ricamato a mano, è stato realizzato dall’atelier ferrarese di paramenti sacri Ars Regia e ripropone lo scudo con gli emblemi del Pontefice e il Pallio ornato di croci rosse. (…)  La differenza rispetto al modello precedente – che alcuni attribuiscono al Cardinal Montezemolo – è che questo stemma reca nuovamente il triregno – la triplice corona del Sommo Pontefice – anziché la mitria, ripristinando l’antico uso, cui non aveva rinunciato nemmeno Giovanni Paolo II».

Nell’Angelus del 24 ottobre 2010 lo stemma misteriosamente apparso, altrettanto misteriosamente scomparve. Qui il commento di Baronio, che, come molti sanno è lo pseudonimo scelto da Pietro Siffi per continuare, sul nuovo blog Opportune Importune, inaugurato nel 2010, le sue dotte disquisizioni in campo teologico e liturgico.

Baronio difende Pietro Siffi e Ars Regia, poi replica ad alcuni con stile ampolloso e un po’ effeminato: «Mi pare che su Pietro Siffi gravi una sorta di ostracismo molto ipocrita, alimentato non tanto dai concorrenti oggi più in auge, quanto da alcuni meschini personaggi azzimati e démodé, che trascorrono il proprio tempo a denigrare la vita altrui, non avendone una propria. (…) La cosa sconcertante è che queste conventicole di teatranti organizzano pontificali in sedicesimo, dipanando metri e metri di seta marezzata tra il tinello e la camera da letto, e non si peritano di ostentare anche su internet tristissime camerucce debordanti di pizzi e merletti, mediocri salottini anni Venti con gli strapuntini, i tappetini, il quadretto del Duodecimo benedicente, un cappello prelatizio con fioccature da tenda, spille, gemelli fatti con i camei di mammina, occhiali d’oro, grammofoni e tutto il repertorio del trovarobato da amica di nonna Speranza.

(…) Credo che prima o poi Siffi o chi per lui si stancheranno di sopportare questi continui attacchi e inizieranno a render pan per focaccia – come si suol dire – sbugiardando una volta per tutte questi svirilizzati borghesucci senz’arte né parte, tanto ricchi di velleità snob quanto poveri di senso della misura. E sono certo che se si scoprissero certi altarini, se si portassero alla luce certe scomode verità, forse la finirebbero di dar noia al prossimo…» (vedi qui).

Nel 2011 Siffi fonda con Fabio Zardi un atelier di planning e decorazione che nel 2019 è diviso in due aziende: Fabio si occupa di floral design e decorazione, Pietro si dedica a planning e organizzazione di eventi anche matrimoni (vedi qui).

Siffi passa con disinvoltura dall’attività culturale e letteraria alla liturgia, dagli arredi sacri all’organizzazione di matrimoni ed è su quest’ultimo campo che scopriamo una sconcertante rivelazione: il poliedrico personaggio organizza anche matrimoni gay o, come si dice in gergo, “gay wedding”!

Sul sito di Pietro Siffi troviamo, tra l’altro, il “Project tag: matrimonio gay e il servizio del “matrimonio” di due uomini, Arman e Dylan, nell’isola greca di Santorini con tanto di video.

L’agenzia di viaggi omosessuali Travelgay definisce Santorini come «una splendida isola, calda e ospitale situata nel Mar Egeo, dopo Mykonos senza dubbio la più apprezzata dal mercato Italiano e amata molto anche dal mercato gay e lesbo» (qui).

Anche il socio o ex socio di Siffi, Fabio Zardi si occupa di gay wedding. Curioso notare che il numero di “phone” di Zardi (qui) coincide con quello di Siffi (qui).

Il ghost-writer di mons. Viganò, l’arcivescovo che ha sempre giustamente denunciato l’esistenza di lobby gay all’interno della Chiesa (qui; qui ),  è dunque un personaggio gay-friendly ?

In questo caso, l’arcivescovo Viganò, che è un rispettabilissimo prelato, rischia di perdere la sua credibilità e deve rendersi conto che potrà riacquistarla solo quando muterà il tono e i contenuti dei suoi interventi pubblici, incautamente affidati ad un controverso collaboratore. Non si può separare ciò che pubblicamente appare sotto il nome di mons. Viganò dall’identità di chi sembra essere l’autore dei suoi scritti.

Chiediamo a questo punto a mons. Viganò: è vero o no che egli si serve, in tutto o in parte, dell’aiuto di Pietro Siffi?  Mons. Viganò era a conoscenza delle molteplici attività di Siffi?

Ma la domanda più importante che gli rivolgiamo è questa: Mons. Viganò è disposto a prendere pubblicamente le distanze dal personaggio che noi suggeriamo possa essere il suo ghost-writer?

Mons. Viganò è un uomo forse temerario, ma certamente leale. Gli chiediamo di dire la verità, perché la verità riscatta da qualsiasi errore, mentre la menzogna carica l’errore, anche incolpevole, di una grave responsabilità morale.

Per quanto riguarda Pietro Siffi non abbiamo voluto entrare nella sua vita privata, che a lui solo appartiene, ma ci siamo limitati a far conoscere ciò che di lui è pubblicamente noto, anche sotto diverse identità e travestimenti. Anche a lui chiediamo di assumersi la sua responsabilità, misurandosi con il suo vero nome, nel dibattito intellettuale del nostro tempo, a cui ha dato e potrà continuare a dare il suo contributo.

Da parte nostra ci siamo mossi sulla scia delle raccomandazioni che san Pio X dava ai giornalisti e Leone XIII dava agli storici: la Chiesa non ha mai paura della Verità. 

(*) Emmanuele Barbieri-Roberto de Mattei, 23 giugno 2021

https://www.corrispondenzaromana.it/caso-vigano-chi-e-il-vero-autore-degli-scritti-di-mons-vigano/?utm_source=ActiveCampaign&utm_medium=email&utm_content=CR+n++1697&utm_campaign=newsletter+CR+1697

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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

Catena di Preghiera del Piccolo Resto – 25 giugno

Per l’adorazione del Sacro Capo di Gesu’ (*)

Per la Crociata di Preghiera chiesta dalla BVM (**)

La BVM ci chiede di pregare per la salvezza degli atei, dei senza fede e dei cuori freddi e di quelli corrotti dal peccato. Per ogni conversione che le nostre preghiere potranno vincere, Lei la nostra Madre Celeste portera’ in paradiso un’anima del Limbo! Se vogliamo possiamo individuare noi stessi qualche persona o anima specifica da salvare. Altrimenti possiamo sempre lasciare a Lei la scelta.

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(*) vedere qui il testo della preghiera: https://www.proselitismodellascienza.it/2021/06/20/ladorazione-al-sacro-capo-di-gesu/
(**) affermazione testuale della Vergine della Rivelazione riferita parola per parola da Bruno Cornacchiola, apparizione delle Tre Fontane (Roma) 12 aprile 1947.
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Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? EVANGELIUM – Matt 19:27-29

Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis?

Matt 19:27-29
In illo témpore: Dixit Petrus ad Iesum: Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? Iesus autem dixit illis: Amen, dico vobis, quod vos, qui secuti estis me, in regeneratióne, cum séderit Fílius hóminis in sede maiestátis suæ, sedébitis et vos super sedes duódecim, iudicántes duódecim tribus Israël. Et omnis, qui relíquerit domum, vel fratres, aut soróres, aut patrem, aut matrem, aut uxórem, aut fílios, aut agros, propter nomen meum, céntuplum accípiet, et vitam ætérnam possidébit.

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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

Diléctus Deo et homínibus, cuius memória in benedictióne est. Lectio libri Sapientiæ Eccli 45:1-6

Diléctus Deo et homínibus, cuius memória in benedictióne est.

Lectio libri Sapientiæ
Eccli 45:1-6
Diléctus Deo et homínibus, cuius memória in benedictióne est. Símilem illum fecit in glória sanctórum, et magnificávit eum in timóre inimicórum, et in verbis suis monstra placávit. Glorificávit illum in conspéctu regum, et iussit illi coram pópulo suo, et osténdit illi glóriam suam. In fide et lenitáte ipsíus sanctum fecit illum, et elégit eum; ex omni carne. Audívit enim eum et vocem ipsíus, et indúxit illum in nubem. Et dedit illi coram præcépta, et legem vitæ et disciplínæ.

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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

PROFEZIA DELL’ULTIMA APPARIZIONE DELLA MADONNA

Testo ripreso in parte dal Sito Ufficiale – Official Site,  MADONNA  del  PINO. Le apparizioni in localita’ Mammanelli a Giuseppe Auricchia (*)

“QUESTA MIA ULTIMA APPARIZIONE”
Mammanelli, domenica 30 marzo 2008, ore 12, Festa della Divina Misericordia.


Ultimo messaggio pubblico della Madonna del Pino
:

“Cari figli, Oggi sono venuta ad annunziarvi QUESTA MIA ULTIMA APPARIZIONE in questo Luogo, (nota*1)
ed in tutti luoghi, perché Dio Padre non Mi manderà più sulla Terra.” (nota*2)

Voi tutti siete forti della Mia Luce Immacolata per annunziarvi la venuta di Cristo, disponetevi con gioia a ricevere Gesù, preparate con Me il Suo ritorno.

La Mia Luce immacolata, più si diffonde in ogni luogo, e più l’umanità e la Chiesa saranno preparati a ricevere Gesù, per mezzo di voi potrà regnare in tutto il mondo il Regno dell’Amore, Io con i Miei messaggeri ho preparato la strada in cui il Cristo Re sta per giungere per restaurare il Suo Regno d’Amore sulla Terra.

In tutti questi anni, Sono venuta a prepararvi i cuori, a riunirvi, a nutrirvi della Mia santa parola ma la Mia parola, in questo Luogo santo e benedetto da DIO, è caduta in un terreno arido, poco è stato il seme che è germogliato nei vostri cuori al Mio amore.

Ditemi figli Miei, tutti quelli che si sono allontanati e Mi hanno abbandonato per orgoglio e superbia, come potranno chiamarsi figli di Dio?

Come potranno ottenere la Sua misericordia?
In verità vi dico, in queste due città attorno a questa collina, laici, sacerdoti, vescovi, non hanno creduto la presenza di Dio, non hanno creduto che in questi ultimi tempi, Dio sta operando il Suo piano salvifico per l’umanità, come operò venti secoli or sono e non fu riconosciuto.


Quando Lui scenderà sulla Terra, Lui quì, su questa Terra, chi avrà creduto sarà erede della Chiesa di domani. Ora, figli Miei, vi invito, venite! Non abbandonate il Luogo!
Pregate! Fate penitenza! Digiuno!
La preghiera del cuore, il Santo Rosario con la corona in mano!
Più recitate e più sentirete in voi la Mia presenza.
Non temete, figli, non resterete soli! Io sono con voi sempre!

Pregherò per voi, intercedo presso il Mio Divin Figlio per voi, per la vostra salvezza. A voi ora, sacerdoti, Mi rivolgo a voi per l’ultima volta.
Siate sacerdoti puri e santi, come Santo è il Mio Figlio.

Sacerdoti di Dio, figli di Dio, apostoli di Dio, figli adorati sacerdoti Miei, Io sono con voi sull’altare, invisibile, quando celebrate Io vedo nelle vostre mani il Mio Divin Figlio, quando consacrate il pane ed il vino, in quel momento,
Io prendo le vostre mani nelle Mie,
vi aiuto a pregare nella preghiera di ringraziamento.
Oh sacerdoti, figli adorati, non commettete errori!
Il Regno di Dio è vicino a voi ed a tutti! E sta per venire!
Pregate, pregate tutti insieme, attenderete presto l’ora di Dio che sta per venire.
Benedicendo a tutti, nel Nome Santo di Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo”

(nota*1)

   “Questa Mia ultima apparizione in questo Luogo …” Nel messaggio la Madonna del Pino annuncia chiaramente la fine delle apparizioni pubbliche [dell’ultima domenica del mese a Mammanelli].

In genere il messaggio  pubblico della Madonna del Pino è stato dettato al Signor Auricchia a Mammanelli con il giorno fissato in anticipo e con l’invito a tutti a ritornare ad assistervi al mezzogiorno dell’ultima domenica del mese successivo.
Così è stato dal 1990 fino al 30 Marzo 2008, da quel giorno i messaggi si identificano in privati.
Un messaggio privato è un evento personale, confidenziale e riservato, opposto alla valenza ed al vincolo del messaggio pubblico, che è diretto a tutti ed a ciascuno in prima persona.

A prendere alla lettera il messaggio (che peraltro e’ inequivoco) non vi saranno quindi piu’ apparizioni pubbliche, quindi a partire dal 2008 nemmeno a Medjugorje! Questo potrebbe quindi spiegare evidenti le contraddizioni dei veggenti di Medjugorje che nel 2014 hanno espresso i loro ossequi al JM Bergoglio, come Santo Padre! Se la BVM fosse realmente presente a Medjugorje non potrebbe tollerare questo insulto (1).

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(*) http://www.madonnadelpino.altervista.org/m/ultimimessaggi.html dal Sito Ufficiale – Official Site,  MADONNA  del  PINO, Le apparizioni di Mammanelli a Giuseppe Auricchia:http://www.madonnadelpino.altervista.org/

(1) SULLE PROFEZIE DI PINO AURICCHIA SULL’IMPOSTORE  https://www.proselitismodellascienza.it/2021/06/23/sulle-profezie-di-pino-auricchia-sullimpostore/