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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

SAN TOMMASO SULLA RESPONSABILITA’ DELLA CROCIFISSIONE

I Giudei sono colpevoli di tentato deicidio o no? L’enciclica Nostra Aetate (1), come noto, risolve in modo negativo la questione.

Ma per farlo introduce addirittura la tesi palesemente in contraddizione razionale con il Vangelo e quindi eretica (in quanto in conflitto addirittura con le stesse parole di Cristo “Io sono la Via, la Verita’ e la Vita“) basata sulla cosiddetta “duplice via salvezza”. In base a tale tesi gli ebrei, pur senza convertirsi al cristianesimo ed anzi rifiutandolo esplicitamente, si salverebbero ugualmente grazie “all’alleanza di Mose” (2).

S. Tommaso, “In symbolum Apostolorum“(3), si esprime cosi in merito alla responsabilita’ della crocifissione di Gesu’ Cristo. Vediamone le argomentazioni.

«Non dobbiamo credere che, morendo il Cristo, sia morta la stessa Deità. Fu soggetta alla morte la natura umana unita al Verbo. Cristo morì in quanto uomo, non certo in quanto era Dio.”

[…] Si affaccia a questo punto una obiezione: se non uccisero la divinità, i Giudei sono colpevoli di un semplice omicidio?

Al che rispondo: se qualcuno insudicia intenzionalmente la veste del sovrano, non viene considerato colpevole di reato allo stesso modo che se ne avesse imbrattato la persona? 

Perciò, sebbene non abbiano ucciso Cristo-Dio, gli autori della morte di Gesù hanno meritato, in base alle loro intenzioni, una gravissima condanna.

E poi, come si è detto, il Figlio di Dio, Verbo dell’eterno Padre, incarnandosi s’è reso in qualche modo visibile, leggibile come uno scritto davanti ai nostri occhi.

Chi lacerasse un decreto regio, attenta alla stessa maestà regale; e quindi il peccato di quei Giudei è di tentato deicidio» 

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(1) il testo definitivo della Nostra Aetate sulle relazioni con le religioni non cristiane (28 ottobre 1965) fu pubblicato durante il pontificato di Paolo VI.

(2) L’Antico Testamento ci racconta del popolo d’Israele, il popolo scelto di Dio con cui Dio concluse un’alleanza: essi sarebbero stati fedeli a Dio e Dio non li avrebbe mai abbandonati. Comportandosi male tuttavia, il popolo d’Israele ruppe questa alleanza una prima volta. Dio perdonò il suo popolo dando loro i Dieci comandamenti come nuova alleanza (“Alleanza di Mose“). Sfortunatamente, il popolo di Israele continuò a peccare. Per salvarlo Dio decise di stipulare una nuova eterna alleanza con loro. Questo è il piano della Redenzione di Dio realizzato attraverso il sacrificio di Gesù sulla croce e l’istituzione del sacrificio dell’Eucarestia. Da quel momento in poi per tutti coloro che abbracciano la fede in Gesu’ Cristo è possibile vivere per sempre con Dio e andare in paradiso. 

(3) pagg.54-55, Tommaso D’Aquino, “Credo. Commento al Simbolo degli Apostoli“, Edizioni Studio Domenicano (2012).