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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

I DOGMI DI MARIA VERGINE SS

E’ venuto il tempo in cui dobbiamo metterci in prima linea per difendere la Vera Fede in Dio sintetizzata dal Credo di Nicea-Costantinopoli (concilio di Nicea I 325 d.c.).Questo riguarda in particolare Maria Vergine SS, madre di Gesu’ Cristo che viene ultimamente sottoposta ad attacchi specialmente da parte di Jorge Mario Bergoglio (1). Gli attacchi sono volti a negare tutti di dogmi mariani (da Bergoglio chiamati addirittura in modo estremamente offensivo “Tonterias”). I Dogmi sono fondamento stesso della Vera Fede

I DOGMI MARIANI

I dogmi sono i seguenti

DOGMA #1: PERPETUA VERGINITA

DOGMA #2: MATERNITA’ DIVINA (Efeso 431)

DOGMA #3: IMMACOLATA CONCEZIONE (Pio XI 1854)

DOGMA #4: ASCENSIONE AL CIELO (Pio XII 1950)Secondo la religiosa ungherese suor Maria Natalia Magdolna, al secolo Maria Natalia Kovacdics (1901-1992, le cui rivelazioni furono approvate dall’eroe della fede Card. Jozsef Midinszenty, la chiesa promulghera in futuro altri due dogmi:

DOGMA #5 MARIA REGINA DEL MONDO CORREDENTRICE

DOGMA #6 MARIA MEDIATRICE DI TUTTE LE GRAZIE

Esaminiamo in dettaglio quelli finora approvati ufficialmente:

DOGMA #1: PERPETUA VERGINITA (2)

Consiste in tre parti distinte1.

Verginità prima del parto

Maria concepì senza cooperazione di uomo per virtù dello Spirito Santo.La fede della Chiesa nella concezione verginale (attiva) di Maria è espressa in tutti i simboli della fede. (Cfr. D. 86, 256, 993 (DS. 150, 503, 1880). Che Maria, fino al momento della concezione attiva, sia stata vergine è attestato da Lc. 1, 26-27: “L’angelo Gabriele fu da Dio mandato… a una vergine… e la vergine si chiamava Maria”. Matteo 1, 18 ss.: “La madre di lui, Maria, essendo fidanzata a Giuseppe, prima, che venissero a stare insieme, si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo”. Lc. 1, 34-35: “Disse Maria all’angelo: Come avverrà questo, poichè io non conosco: uomo? E l’angelo le rispose: Lo Spirito Santo verrà sopra di te, e la potenza dell’Altissimo ti ricoprirà”

.In seguito al dogma Maria viene comunemente chiamata Maria Vergine ed è detta la Vergine per antonomasia. In Sintesi Maria è rimasta “Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua” [Sant’Agostino, Sermo 186, 1: PL 38, 999]: con tutto il suo essere, ella è “la serva del Signore” (Lc 1,38).2. Verginità durante il partoMaria partorì senza lesione della sua integrità verginale 1. Il dogma afferma che l’integrità fisica di Maria non fu lesa all’atto dei parto. Come nel concepire, così anche nel partorire la sua integrità verginale rimase intatta. Il modo in cui partorì ebbe quindi un carattere straordinario. Dai testi evangelici risulta che Maria, nel partorire Gesù, si comportò in modo del tutto attivo, con la mancanza anche del dolore fisico: “Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” (Lc. 2, 7)3.Verginità dopo il partoMaria visse vergine anche dopo la nascita di Gesù1. Il dogma insegna che Maria, oltre Gesù, non ebbe altri figli, rimanendo così vergine per tutta la sua vita.2. Il V Concilio ecumenico di Costantinopoli (553) (il II di questa città) attribuisce a Maria il titolo di “sempre vergine” D. 214, 218, 227 [DS 422, 427, 437]). Cfr. le dichiarazioni del Concilio Lateranense del 649 e di Paolo IV (D. 256, 993 [DS- 503, 1880]). Anche la liturgia celebra Maria “sempre vergine”. Cfr. la preghiera Communicantes nel canone della Messa. La Chiesa prega: post partum, Virgo, inviolata permansisti.

DOGMA #2: MATERNITA’ DIVINA (Efeso 431)

Definizione «Noi quindi confessiamo che il nostro signore Gesù figlio unigenito di Dio, è perfetto Dio e perfetto uomo, (composto) di anima razionale e di corpo; generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, nato, per noi e per la nostra salvezza, alla fine dei tempi dalla vergine Maria secondo l’umanità; che è consostanziale al Padre secondo la divinità, e consostanziale a noi secondo l’umanità, essendo avvenuta l’unione delle due nature. Perciò noi confessiamo un solo Cristo, un solo Figlio, un solo Signore. Conforme a questo concetto di unione in confusa, noi confessiamo che la vergine santa è madre di Dio, essendosi il Verbo di Dio incarnato e fatto uomo, ed avendo unito a sé fin dallo stesso concepimento, il tempio assunto da essa.» (Formula di Unione) Significato del Dogma 1. Questo titolo è stato dato a Maria nel 431 dal Concilio di Efeso attraverso la proclamazione di un dogma ed è una conseguenza della dottrina cristologica affermata dal concilio. Il concilio di Efeso fu il terzo concilio ecumenico e si tenne dal 22 giugno al 31 luglio del 431 a Efeso, in Asia Minore, sotto il regno dell’imperatore Teodosio II; vi parteciparono approssimativamente 200 vescovi e si occupò principalmente del nestorianesimo. Secondo il concilio Gesù Cristo, pur essendo sia Dio che uomo – come già diceva in precedenza il concilio di Nicea – , è un’unica persona. Le due nature, divina e umana, sono inseparabili e perciò Maria può essere legittimamente chiamata Madre di Dio.

DOGMA #3: IMMACOLATA CONCEZIONE (Pio XI 1854)

Promulgato dal Papa Pio IX nel 1854 nella bolla Ineffabilis Deus, questo dogma dichiarava che: “La Beata Vergine e Madre di Dio, Maria, è stata, in considerazione dei meriti di Gesù Cristo suo figlio, e dunque a causa della redenzione operata da suo figlio, gratificata da Dio, fin dal primo istante della sua esistenza, della grazia santificante e, di conseguenza, non ha conosciuto lo stato del peccato originale” (DZ, n°2803). Gli uomini, fin dal loro concepimento, sono già colpiti dal peccato originale e, alla nascita, vengono al mondo privi della grazia divina, e questo a causa del peccato commesso dal primo uomo. Ciò mostra che il peccato originale non è un peccato personale dovuto ad un’azione cattiva fatta dall’uomo con la sua piena responsabilità. Si tratta, al contrario, di un peccato di natura che ogni uomo contrae a partire dalla sua nascita e fin dalla sua concezione per il fatto proprio di appartenere in maniera solidale ad un’umanità peccatrice che, fin dalle sue origini, aveva scelto la disobbedienza al posto della sottomissione a Dio. Andando nello stesso senso, J. Bur fa questa affermazione: “lo stato di peccato originale alla nascita significa che la nostra condizione nativa non comporta in se stessa l’amicizia con Dio né la partecipazione effettiva alla sua vita divina. Questa sarà conferita, dopo la nascita, dalla rinascita filiale in Gesù Cristo, operata dal sacramento del Battesimo o da quello che lo supplisce”. Presentato sotto questa prospettiva, non concepiamo il peccato originale come una macchia che si cancella con il battesimo. Ammettiamo semplicemente che per il peccato originale l’uomo è privato, fin dalla sua concezione ed alla nascita, della grazia santificante che gli sarà data solamente attraverso il Battesimo. Allo stato del peccato originale, l’uomo è consegnato a due attrattive opposte, l’attrattiva verso il bene e l’attrattiva verso il male. Nel linguaggio cristiano, questa ultima attrattiva è chiamata concupiscenza. Per quel che riguarda Maria, la teologia cattolica afferma che non è stata segnata dal peccato originale e non ha conosciuto, di conseguenza, neanche la concupiscenza. Inoltre, “non ha provato mai nessuna tendenza a fare il male” (Leysbeth). Ammettere che Maria è stata preservata, fin dalla sua concezione, dal peccato originale, vuole dire semplicemente che Maria è stata santificata fin dal primo istante della sua esistenza dalla grazia della vita divina. Così, si può dire che l’immacolata concezione di Maria consiste nel possesso, fin dall’inizio della sua esistenza, della vita della grazia divina che gli è data senza merito da parte sua, ma per la grazia premurosa di Dio, che è accordata agli altri uomini solo dopo la loro nascita. Perché questa differenza e quali sono le ragioni

DOGMA #4: ASCENSIONE AL CIELO (Pio XII 1950)

Anche l’Assunzione al cielo di Maria è un evento che appartiene alla storia della sal-vezza, dono di Dio e segno di grazia per la Chiesa, le donne e gli uomini di ogni tempo. La definizione dogmatica di Pio XII (1° novembre 1950), ratifica una dottrina sufficiente-mente elaborata sulla sorte finale di Maria e professata dalla Chiesa fin dai tempi antichi. La definizione dogmatica di Pio XII suona così: “….Per l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei santi a apostoli Pietro e Paolo e Nostra pronunciamo, dichiariamo e defi-niamo essere dogma di fede che: l’Immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della sua vita terrena fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo….”. 2.2. La morte di MariaMentre la Tradizione asserisce comunemente la morte di Maria, Pio XII volle tuttavia lasciarla fuori dalla definizione dogmatica, rafforzando con questo il movimento immortalista che ancora sussiste ma che oggi ha perso molto terreno. L’ipotesi, infatti, che la Vergine non sia morta intacca pesantemente lo stretto parallelismo che viene invocato per suffragare, dal punto di vista della consonanza con le altre verità rivelate, la dottrina della glorificazione corporale di Maria. Come per Gesù, l’Assunta è un evento implicante una morte e una resurrezione, non intesa semplicemente come rianimazione di un cadavere ma come un atto creativo di Dio, del quale tuttavia sconosciamo le modalità. Molti teologi e lo stesso Giovanni Paolo II, parlano di “morte naturale” di Maria che, vista però dal punto di vista dell’atteggiamento spirituale con cui la Madre di Dio l’ha affrontata, è perfettamente compatibile con la visione della “Dormitio” tipica delle liturgie orientali e della “morte d’amore” di cui parlano non pochi mistici e una corrente teologica. Qualunque sia il “fatto organico e biologico” che causò, sotto l’aspetto fisico, la cessazione della vita del corpo, si può dire che il passaggio da questa all’altra vita, fu per Maria una maturazione della grazia nella gloria, così che mai, come in quel caso, la morte può essere concepita come una “dormizione”, una morte “nell’amore, a causa dell’amore e per amore”, come afferma S. Francesco di Sales. A prescindere quindi dai motivi naturali, Maria morì totalmente nell’amore e morì d’amore per suo Figlio.2.3. Natura del “privilegio” dell’Assunzionea) Alcuni teologi ritengono che il “privilegio” dell’Assunzione, non consista nella glorificazione corporale di Maria sia per il fatto che tutti i cristiani sono chiamati ad essere glorificati nel loro corpo e nella loro anima e sia perché non si può in assoluto escludere che alcuni giusti siano anch’essi corporalmente glorificati in cielo come si crede di Enoch (Gn 5,24), di Elia (2 Re 2,1; Sir 48,9), dei Patriarchi (tradizione giudaica) e dei martiri cristiani (Ap 6, 9-11).In risposta a questa ipotesi, considerando anche seriamente la tradizione teologica dell’Oriente e dell’Occidente e, in primo luogo, i testi della santa Liturgia, dobbiamo invece affermare che:- L’evento dell’Assunzione riguarda anche il corpo di Maria, dimora verginale del Verbo incarnato e che proprio per questo, secondo il sensus fidei, non poté subire la corruzione e il disfacimento conseguenti alla morte ma fu, in un modo che ignoriamo, portato in cielo;- Nella piena e totale sua glorificazione, Maria anticipa la sorte futura di tutti i giusti: nella sua condizione di Assunta, la Vergine è già quello che la Chiesa tutta desidera e spera di essere.b) Altre teologi negano il “privilegio” dell’Assunzione perché affermano che tutti i morti in Cristo risorgono nella morte, raggiungono cioè immediatamente dopo il decesso la loro pienezza escatologica.Contro questa posizione il Magistero della Chiesa:- ha più volte ribadito la dottrina tradizionale che propugna la singolarità del caso di Maria, escludendo ogni spiegazione che toglierebbe il suo senso all’Assunzione in ciò che essa ha di unico, ossia il fatto della glorificazione corporea come anticipazione della glorificazione riservata a tutti i giusti;- ha rilevato l’importanza dell’Ultimo giorno, la Parusia di Cristo, in cui avrà luogo la resurrezione dei morti;- ha sostenuto l’esistenza di un tempo di attesa o distanza escatologica tra il mo-mento della morte (qui, ora) e l’evento della resurrezione dei morti (alla fine dei tempi) proclamata dai simboli di fede con le parole: “Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”.La Vergine Santissima, l’Immacolata, dunque – come afferma Paolo VI nella Solem-nis Professio fidei del 30 giugno 1968 – “associata ai misteri dell’Incarnazione e della Redenzione con un vincolo stretto e indissolubile, al termine della sua vita terrena, è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura di tutti i giusti”.2.4. Fondamento biblico del dogma dell’AssunzioneQuello del fondamento biblico del dogma dell’Assunta è un altro dei numerosi pro-blemi suscitati dalla definizione di Pio XII. L’argomento decisivo che consentì il pronun-ciamento fu la constatazione dell’assenso unanime dei pastori e dei fedeli. Pio XII afferma, tuttavia, che però questa verità è fondata sulla S. Scrittura, introducendo una distin-zione, ancora oggi poco valutata, tra verità asserite e verità che trovano in essa il loro fondamento, come senza dubbio è il caso dell’Assunzione. Oggi bisognerebbe ammettere che non è affatto contro la Scrittura ammettere che in alcuni casi essa segna un orientamento costante il quale, sotto l’assistenza dello Spirito di verità, viene sviluppato dalla riflessione teologica e dalla meditazione ecclesiale. Necessario sarebbe, invece, approfondire teologicamente la natura, il valore, i limiti e le leggi di questo orientamento o lettura globale della S. Scrittura.2.5. L’Assunta “segno” di un destino di gloriaDopo il Cristo risorto, la Vergine assunta è segno della dignità dell’uomo e del suo destino di gloria. Ambedue gli eventi ci dicono che il destino dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,26-27) non è il disfacimento dell’essere e il suo dissolvi-mento nel nulla, ma la sua piena realizzazione e la totale conformità a Cristo, fino a rag-giungere lo stato di uomo perfetto o, come dicono gli orientali, la divinizzazione (Ef 4,13). Unita strettamente al Figlio, Maria è immersa nella vita trinitaria e indica alle schiere infinite dei santi quell’umanità gloriosa di Cristo che ha loro permesso di conoscere la sal-vezza e di inabissarsi anch’essi nel divino. Maria assunta è la piena realizzazione della vocazione dell’uomo, la sola degna di lui: come essere avvolto dalla gloria del Dio vivente e riverberarla in un canto di piena lode, in incessante risposta d’amore.2.6. L’Assunta “segno” del valore del corpoSecondo i racconti simbolici della Genesi, Dio ha plasmato il corpo dell’uomo e della donna (Gn 1,26-27; 2,7.21-33) e, secondo il suo misericordioso piano di salvezza ha voluto che il Figlio, nella pienezza del tempo, prendesse un vero corpo da una donna (Gal 4,4), Maria di Nazaret. Contro ogni docetismo la Chiesa ha rivendicato sempre la realtà storica di questo evento: nel suo utero la Vergine ha concepito realmente il Verbo secondo la natura umana, lo ha portato in grembo durante la gravidanza, lo ha dato alla luce e lo ha allattato al suo seno. Il corpo di Maria è stato perciò veramente lo “spazio” abitato dal Verbo, per cui la pietà cristiana ha a Lei applicato i più alti simboli cultuali dell’antico po-polo dell’alleanza che definiscono il luogo della presenza di Dio: arca, nube, tenda, tempio, santo dei santi. Ma la presenza del Verbo, ha reso il corpo di Maria uno “spazio soteriolo-gico” perché Dio ha liberato e salvato l’uomo con i misteri della carne del Salvatore, quella carne assunta dal corpo immacolato di Lei. L’Incarnazione del Verbo e l’Assunzione di Maria hanno riscattato il corpo umano, in articolare il corpo femminile dalla sprezzante considerazione in cui era tenuto in molti settori della cultura antica: Celso riteneva l’immagine del Figlio di Dio nel corpo di una donna una cosa aberrante, impensabile, as-surda e indegna di Dio. Il Padre, invece, nel suo imperscrutabile disegno di salvezza, aveva iscritto proprio nell’abbassamento del suo Unigenito il trionfo della Resurrezione e la glo-ria dell’Assunzione. La donna che contempla l’Assunta, vede:- restituita la sua dignità;- reso santo il suo corpo, oggetto di molte profanazioni;- ribadito il valore della corporeità femminile integrata in seno al mistero di Dio;- anticipato il destino che sarà di tutte le donne.2.7. L’Assunta “primizia” e “immagine escatologica” della ChiesaLa Chiesa non ha sulla terra una stabile dimora ma è un popolo in cammino verso il suo compimento che avrà luogo solo nella gloria del cielo, quando tutta la creazione – uo-mo e cosmo – saranno ricapitolati in Cristo (Ef 1,10; Col 1,20; 2Pt 13,10-13). Mentre la Munificentissimus Deus di Pio XII metteva in risalto i profondi risvolti cristologici dell’Assunzione, il Concilio Vaticano II e la teologia odierna mettono in luce, invece, la dimensione ecclesiologica, per cui l’Assunta è:- Primizia della Chiesa: in senso teologico e cronologico. In lei, primo membro del popolo sacerdotale e santo entrato nel santuario del cielo, la Chiesa ha raggiunto quella pienezza di perfezione che la rende senza macchia e senza ruga e perfettamente unita al Signore. In Maria santa, vergine, madre, sposa, discepola e assunta, la Chiesa vede riflessa se stessa, nella sua missione sulla terra, nel suo compiersi escatologico;- Icona della Chiesa: dinanzi alla Chiesa ancora pellegrina sulla terra, l’Assunta risplende come la creatura umana giunta alla pienezza della sua vocazione divina, come il prototipo della Chiesa escatologica. Maria però non è un’icona statica ma dinamica: è sin-tesi del progetto di grazia che Dio per Cristo nello Spirito ha compiuto e compie a favore del genere umano ed è soprattutto incitamento e stimolo a percorrere con gioia la via tracciata da Dio per l’attuazione del suo disegno salvifico.2.8. L’Assunta “segno” di speranza e di consolazioneLa Chiesa proclama che Cristo è la nostra suprema speranza, la speranza della gloria (Col 1, 26-27); tuttavia essa accoglie anche altri segni di speranza e consolazione che il Signore ha disseminato lungo il suo cammino, in particolare la santa Madre di Gesù. Sulla terra – afferma la Lumen Gentium al n. 68 – ella brilla come un segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in marcia, fino a quando verrà il giorno del Signore. La Chiesa in cammino, nei secoli della sua storia, ha sperimentato l’intervento materno di Maria che indica a tutte le generazioni Gesù quale via, verità e vita e risplende, nel buio della storia come la “stella del mare” che orienta i naviganti verso Cristo, ultimo e sicuro approdo.2.9. L’Assunta “segno” centrale della Comunione dei santiLa Chiesa del cielo e quella della terra non sono due realtà divise, ma due fasi dell’unico mistero ecclesiale e, secondo la fede perenne della Chiesa, comunicano tra di loro. I membri della Chiesa celeste intercedono in favore degli uomini ancora in cammino in mezzo a pericoli ed affanni; i membri della Chiesa terrestre venerano e invocano i fratelli e le sorelle giunte nella patria beata. In modo particolare essi invocano “la gloriosa e sempre vergine Maria Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo” che prolunga nella Chiesa celeste la posizione centrale che ebbe nella Comunità orante del Cenacolo. Per la sua condizione di Assunta, pienamente glorificata e per la sua somma vicinanza al Figlio, Maria è il punto centrale dell’incontro tra gli abitanti del cielo e quelli della terra; è la voce più pura della lode e la più efficace nell’implorazione; è presenza materna e benigna che fa crescere nelle comunità discepolari il senso di fraternità e di famiglia; è presente dove è presente il Figlio quale Sommo Sacerdote della Liturgia eterna; è segno che la liberazione del cosmo è già in atto, perché nel suo corpo glorioso di Assunta, la creazione materiale comincia ad essere parte del corpo resuscitato di Cristo.2.10. L’Assunta “segno” dello stile di DioInfine l’Assunta dimostra la continuità dell’agire di Dio che predilige i piccoli e gli uomini, che solleva l’indigente dalla polvere per farlo sedere tra i principi del suo popolo (Sal 113,7-8; 1Sam 2,8; Sal 107,41). Egli volse dunque il suo sguardo sull’umile serva (Lc 1,48) che riconosce che tutto in li è opera di Dio (Lc 1,49). L’Assunzione è la conseguenza estrema dello sguardo che Dio rivolse a Maria e realizza la parola del Signore: “chi si umi-lia sarà esaltato” (Lc 14,11). Maria si è abbassata dichiarando di essere la “serva del Si-gnore”, Egli, secondo il suo stile, l’ha innalzata: la creatura, insignificante agli occhi del mondo, è divenuta per grazia, la più significativa nella storia e nella gloria. ____________________________________________________

(1) Vedi Post

REFUTATION TO THE POPE AND VATICAN NEWS DECLARATIONS ABOUT VIRGIN MARY SS (December 12 and 14, 2019)

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(2) ved. Portale di Mariologia, www.latheotokos.it