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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SUL PRINCIPIO DECADENZA AUTOMATICA DI UN PAPA ERETICO – PRIMA PARTE

di Max Tex (16 aprile 2020)


C’e’ la convinzione da parte di molti sacerdoti, specialmente da parte dei pro-bergogliani, che l’evento di un papa eretico non potrebbe mai verificarsi nella Chiesa.
Quale ne sarebbe dunque la base razionale?L’argomento e’ cosiddetta “Promessa di Gesu Cristo a Pietro”Si basa sulle notissime parole di Gesu’ Cristo il quale, predicendo a Pietro il suo tradimento, lo informa che ha pregato per la sua salvezza in modo che possa raccogliere attorno a se’ e guidare con certezza gli altri Apostoli. Quindi Pietro e’ per questo Vicario di Cristo e come tale, grazie all’aiuto divino, potra’ seguire con certezza la via tracciata da Cristo stesso, restando esclusa quindi la possibilta’ da parte sua di un suo possibile errore dogmatico, ovvero il compimento da parte sua di un’eresia. Per estensione, cio’ implica che lo stesso criterio debba applicarsi a tutti successori di Pietro.
E’ la cosiddetta “infallibilita” papale.
Tuttavia questo non esclude la possibilita’ di un papa eretico.
Se possibile, la presente situazione di due papi simultaneamente presenti, di cui uno “emerito”, aggrava ancor piu’ la questione. Chi dei due papi sarebbe infallibile? E sotto quali condizioni? E quando, eventualmente, uno dei due o entrambi simultaneamente, potrebbero cessare di esserlo?


CASI DI NULLITA’ E DECADENZA

La possibilita’ che un pontefice (o addirittura due in questo caso) possa decadere per eresia, e quindi per scomunica latae sententiae, non puo’ essere omessa. La pensano cosi teologi e famosi dottori della Chiesa. Infatti, pur accettando l’interpretazione estensiva della frase di Gesu’ Cristo a tutti successori di Pietro, sorgono le seguenti, teoriche ma effettive possibilita’:
1) Elezione di falso papa, in violazione delle norme canoniche previste, e quindi di per se’ eretico. In tal caso, in quanto eretico, non sarebbe papa. 2) Un papa che sia di fatto eretico o lo diventasse tale dopo la sua elezione, e che come tale cesserebbe quindi immediatamente di esserlo.
In entrambi i casi resterebbe vera la regola che tutti i Vicari di Cristo non possano essere eretici.
E’ chiaro, vista la loro importanza cruciale, che e’ necessario verificare scrupolosamente il possibile verificarsi di entrambe o una soltanto delle suddette circostanze. Nessuna delle due può essere scartata a priori né minimizzata. In ogni caso il verificarsi di almeno una di esse e’ ovviamente sufficiente a dichiarerà eretico, e quindi decaduto, il papa.


LE FONTI

Questa tesi e’ confermata da Sant’Antonino che al riguardo si e’ pronunciato molto chiaramente. Ved. Somma teologica, Citato in Atti di Vaticano I [Actes de Vatican I], Pubblicazioni Frond [Frond publications], 1459: “Nel caso in cui il Papa divenisse un eretico egli si ritroverebbe, per quel fatto stesso e senza altra sentenza, separato dalla Chiesa. Una testa separata dal corpo, sintantoché essa rimanga separata, non può e non potrebbe essere la testa dello stesso corpo dal quale essa è e sarebbe stata tagliata. Un Papa separato dalla Chiesa mediante l’eresia, dunque, per quel fatto stesso, cesserebbe di essere la testa della Chiesa. Egli non potrebbe essere un eretico e rimanere Papa, giacché egli sarebbe al di fuori della Chiesa.”


RITI E SACRAMENTI IMPARTITI DAGLI ERETICI

E’ chiaro peraltro che coloro che seguissero un papa o un sacerdote eretico, sia religiosi che fedeli laici, cadrebbero inevitabilmente in peccato mortale. In particolare se fossero consapevoli che il sacerdote che conduce i riti e impartisce i sacramenti e’ eretico potrebbero essere essi stessi considerati eretici.Al riguardo fa fede quanto afferma San Tommaso D’aquino. Nella sua trattazione sulla messa e sull’eucarestia, San Tommaso D’aquino assume una posizione precisa riguardo agli eretici, incluso evidentemente il caso di un papa eretico. Infatti riguardo alla messa e all’eucarestia celebrata in unione con gli eretici il Doctor Angelicus scrive: “ideo peccat quicumque eorum missam audit vel ab eis accipit sacramenta” (S.Th., III, q.82, a.9:), ovvero “quindi pecca chiunque ascolti la loro messa o riceva da essi i sacramenti”.