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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

L’OMELIA BLASFEMA DI BERGOGLIO

Bergoglio nell’omelia dell’Epifania rimprovera i cattolici tradizionali attaccati alla “lingua morta” (6 gennaio, Basilica di San Pietro)

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COMMENTO ALLA NOTIZIA (LifeSiteNews (*))

Nell’omelia di giovedì per la festa dell’Epifania, Bergoglio ha incredibilmente contraddetto le parole di san Paolo nel descrivere la fede cattolica (1).

Nel pronunciare la sua omelia per l’Epifania nella Basilica di San Pietro, Bergoglio ha usato il viaggio dei tre Magi come base per promuovere il suo concetto personale di cattolicesimo e per lanciare una delle sue critiche ai cattolici tradizionali.

Bergoglio ha respinto direttamente il linguaggio di san Paolo dello “scudo della fede”(1) , esortando invece i cattolici a considerare la fede come “un movimento costante e inquieto”.

Il “desiderio” dovrebbe [secondo Bergoglio] portare la Chiesa “in avanti” lontano dalla “religiosità formale”

Parlando del “desiderio” dei Magi che alimentava il loro cammino, Bergoglio ha attaccato i cattolici che non avevano un desiderio che “ci porta avanti”.

Cosa vuole dunque intendere Bergoglio con le frasi “portare in avanti“, “movimento costante e inquieto”, e analogamente con “chiesa in uscita” corrisponde evidentemente alla sua idea di una nuova chiesa (la chiesa mondiale di cui va parlando da tempo) che – invece di restare fedele alla parola eterna e immutabile di Gesu’ Cristo – cambia costantemente e che aggiorna i suoi dogmi e insegnamenti al mondo?

Secondo Bergoglio, l’uomo si salva se cambia continuamente, si salva quindi da solo e soltanto per sua volonta di cambiamento. Si tratta palesemente di un’idea diametralmente in contrasto con l’idea di San Paolo della fede nella Grazia Divina (1).

Inoltre Bergoglio ha attaccato”a testa bassa” la messa in latino e i cattolici fedeli al Depositum Fidei.

Ha affermato infatti, alludendo alla Messa in Latino: siamo rimasti bloccati troppo a lungo, annidati in una religiosità convenzionale, esterna e formale che non scalda più i nostri cuori e cambia la nostra vita?”

Ha quindi attaccato i devoti liturgici di una “lingua morta”. “Le nostre parole e le nostre liturgie accendono nel cuore delle persone il desiderio di andare verso Dio, o sono una ‘lingua morta’ che parla solo di se stessa e a se stessa?” chiede.

Invece di tale liturgia “morta”, Bergoglio spinge per uno stile di cattolicesimo pieno di “gioia inquietante del Vangelo” e momenti di “sorpresa di Gesù”, di ispirazione primitivo-amazzonica quali i riti idolatri di pachamama. È triste quando una comunità di credenti perde il suo desiderio e si accontenta del ‘mantenimento’ piuttosto che lasciarsi spaventare da Gesù e dalla gioia esplosiva e sconvolgente del Vangelo”,

Infine ha parlato, con parole fumose ed equivoche, della sua idea della cosiddetta “scuola del desiderio”.

Ha esordito affermando che «È triste quando un prete ha chiuso la porta del desiderio, è triste cadere nel funzionalismo clericale, è molto triste».

Ma di cosa si tratterebbe precisamente secondo lui? Della mancanza di desiderio (nel costante cambiamento della chiesa). Quindi al contrario di quanto afferma San Paolo nelle sue Epistole, e in particolare nella lettera agli Efesini quando si riferisce alla fede, la fede non sarebbe il nostro scudo, e il Sangue di Gesu’ Cristo la nostra Corazza che guida e ci protegge dal male e dalle tentazioni, ma il desiderio di cambiamento, che lui intende:

  • allontanamento dalla tradizione della Messa in Latino, chi lui considera “liturgia morta .
  • accoglimento del cambiamento costante della chiesa, della chiesa in uscita, dei “momenti di sorpresa di Gesu“, presumibilmente alludendo qui ai riti idolatri di pachamama di ispirazione primitivo-amazzonica.

La “scuola del desiderio“, ovvero l’esempio da seguire, sarebbe dato dall’episodio dei Magi. Secondo lui “I Magi ci [insegnerebbero] che dobbiamo ripartire ogni giorno, nella vita come nella fede, perché la fede non è un’armatura che ci avvolge; è invece un viaggio affascinante, un movimento costante e inquieto, sempre alla ricerca di Dio, sempre in discernimento sul nostro cammino”.

CONCLUSIONE

Dobbiamo evitare l’equivoco delle parole ambigue di Bergoglio. L’insegnamento ci viene dalla Lettera agli Efesini 5;6-11:
6Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. 7Non abbiate quindi niente in comune con loro. 8Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; 9ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. 10Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. 11Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. 

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(*) https://www.lifesitenews.com/news/pope-francis-attacks-traditional-catholics-appears-to-contradict-st-paul-in-epiphany-homily/

(1) Secondo San Paolo (Lettera agli Efesini 1:15-23) si tratta della fede nella grazia divina. E’ dio che salva, l’uomo non può salvarsi da solo. Il cristiano deve soltanto accettare questa realtà. Il bene non può venire dagli uomini, che ne sono incapaci, ma solo da dio. Il bene del cristiano è la fede in dio attraverso la chiesa, che rappresenta Cristo in terra, ne è la sua “sposa”.