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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

LA SANTA MESSA: CENA O SACRIFICIO?

FONTE: Rinascita Mariana

Il 31 dicembre 1992, la Santa Vergine, in un messaggio a don Stefano Gobbi,

annuncia la prossima abolizione del Sacrificio Eucaristico, citando Daniele 12, 9-12. La Madonna afferma che: “Il sacrificio della Messa rinnova quello compiuto da Gesù sul Calvario. Accogliendo la dottrina protestante, si dirà che la Messa non è un sacrificio, ma solo la sacra cena, cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà soppressa la celebrazione della Santa Messa”.

Già nel messaggio del 13 giugno 1989 la Madonna, parlando, della Massoneria ecclesiastica, aveva asserito:

“Nella Eucaristia Gesù Cristo è realmente presente col suo Corpo glorioso e la sua divinità. Allora la massoneria ecclesiastica, in tante e subdole maniere, cerca di attaccare la pietà ecclesiale verso il Sacramento della Eucaristia. Di essa valorizza solo l’aspetto della Cena, tende a minimizzare il suo valore sacrificale, cerca di negare la reale e personale presenza di Gesù nelle Ostie consacrate”.

L’abolizione del Sacrificio Eucaristico è un tema ricorrente nei messaggi di molti veggenti.

Nell’apparizione a Bruno Cornacchiola del 12 aprile 1947, alle Tre Fontane, a Roma, la Santa Vergine disse:

“Preparate i vostri cuori, accostatevi con più fervore al Sacramento vivente fra noi, l’Eucaristia, che sarà un giorno dissacrata e non più creduta la presenza reale di mio Figlio…Satana è sciolto, da promessa divina, per un periodo di tempo…La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i ministri, specie fra gli Ordini della povertà: prova morale, prova spirituale. Per il tempo indicato nei libri celesti, sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie!”.

Quando Bergoglio si recò a Lund, in Svezia, in occasione dei cinquecento anni della Riforma protestante, dichiarò di aver istituito una commissione che studiasse la possibilità di una mensa comune fra Cattolici e Protestanti. Di fronte ad una tale asserzione, è evidente che i tempi preconizzati, siano oramai sopraggiunti.

E se la futura intermessa ecumenica sancirà solo il momento culminante dell’abominio della desolazione, possiamo sostenere che tale processo sia già incontrovertibilmente in atto.

Infatti, nelle Messe celebrate Una Cum Papa Francisco, si entra automaticamente in comunione con il falso profeta escatologico e con l’antichiesa che lui sta instaurando, rendendo invalido il Sacrificio Eucaristico.

Questa controchiesa, di matrice diabolica, è quella profetizzata da Mons Fulton Sheen, che parla di corpo mistico dell’Anticristo e di un falso profeta che verrà scelto fra i nostri vescovi.

Non a caso, il 21 settembre 1988, il veggente Bruno Cornacchiola ebbe ad affermare:

“Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine”.

Nel messaggio del 1 ottobre 1820, la beata Anna Katharina Emmerick, relativamente alla crisi della Chiesa, afferma:

“Ora vedo che in questo luogo, la Chiesa viene minata in maniera così astuta, che rimangono a mala pena un centinaio di sacerdoti che non siano stati ingannati. Tutti lavorano alla distruzione, persino il Clero. Si avvicina una grande devastazione”.

Considerando che l’apice dell’apostasia nella Chiesa, è rappresentato dall’abominio della desolazione e dall’abolizione del Sacrificio Eucaristico, vogliamo qui citare quei passi biblici da cui si evince, inequivocabilmente, la presenza reale di Gesù Cristo nel pane e nel vino consacrati.

Il passo più importante, ovviamente, è quello riportato dai tre Vangeli Sinottici e da 1 Corinzi, relativamente all’istituzione della SS. Eucaristia. Pur nelle varianti che contraddistinguono i 4 passi presi in esame (Mt 26,26-29; Mc 14,22-25; Lc 22,14-20; 1 Cor 11,23-25).

L’elemento comune è rappresentato dalla perfetta identità fra il pane ed il vino consacrati con il Corpo ed il Sangue di Cristo:

“Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo; prendete e bevete: questo è il mio Sangue”.

Questi versetti non lasciano adito a dubbi o ad arbitrarie interpretazioni.

Infatti, Gesù non afferma: “Questo pane simboleggia il mio Corpo e questo vino rappresenta il mio Sangue”, ma sta parlando letteralmente del suo Corpo e del suo Sangue.

In Gv 6, dopo la moltiplicazione dei pani (immagine del pane eucaristico) Gesù dice: «”Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”.

Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”» (Gv 6,51-58).

Che Gesù sia realmente presente nel pane e nel vino consacrati, lo si evince chiaramente dal brano di Lc 24,13-35, relativo ai discepoli di Emmaus.

I due incontrano e discutono per strada con Gesù risorto, senza però riconoscerlo. Invitatolo a cena, a casa loro, improvvisamente i loro occhi si aprono mentre Gesù spezza il pane e lo riconoscono, ma Lui sparisce dalla loro vista.

Il significato di questo passo è evidente: Cristo glorioso, non riconoscibile immediatamente nelle sue fattezze reali, è però realmente presente in quel pane che Lui stesso ha spezzato.

San Paolo, in 1 Corinzi 11, dopo aver ricordato le parole dell’Ultima Cena, aggiunge: “Ogni volta, infatti, che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, annunciate la morte del Signore finché Egli venga” (1 Cor 11,26).
Dopodiché ammonisce: “Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1Cor 11, 28-29). Le parole di Gesù: “Fate questo in memoria di me”, non indicano un semplice ricordo dell’Ultima Cena, ma rappresentano un vero e proprio memoriale, in cui il sacrificio di Gesù in croce si ripete e si rinnova ogni volta in modo incruento, su tutti gli altari del mondo. Il fenomeno della Transustanziazione implica il cambio di sostanza e la trasformazione delle specie eucaristiche nel Corpo e Sangue di Cristo, pur conservando gli accidenti esteriori del pane e del vino.

È perciò un gravissimo errore lavorare per l’istituzione di Messe ecumeniche con i Protestanti, che non credono nella Transustanziazione.

Non può esservi alcuna relazione fra la Messa intesa come Sacrificio e quella che è un semplice ricordo dell’Ultima Cena.

Non a caso, è proprio sull’abolizione del Sacrificio quotidiano, preconizzata dal profeta Daniele, che si gioca la battaglia finale ed è per questo che le Messe celebrate in unione con il falso profeta sono già adesso invalide.

Rinascita Mariana