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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

San Cirillo di Alessandria il santo combattente

San Cirillo e’ noto soprattutto per due motivi:

  1. La sua immediata opposizione all’eresia Nestoriana (ovvero l’idea che in Gesu’ vi siano due nature e due persone, eresia per molti versi simile all’Arianesimo che invece negava la divinita’ di Cristo).
  2. La sua promozione e organizzazione del famoso concilio di Efeso (431) che sanci’ il Dogma di Maria Mater Dei (Teotokos) e scomunico’ i nestoriani.
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GLI SCRITTI DI SAN CIRILLO

Gli scritti di Cirillo – davvero molto numerosi e diffusi con larghezza anche in diverse traduzioni latine e orientali già durante la sua vita, a testimonianza del loro immediato successo – sono di primaria importanza per la storia del cristianesimo. Importanti sono i suoi commenti a molti libri veterotestamentari e del Nuovo Testamento, tra cui l’intero PentateucoIsaia, i Salmi e i Vangeli di Luca e di Giovanni. Rilevanti sono pure le molte opere dottrinali, in cui ricorrente è la difesa della fede trinitaria contro le tesi ariane e contro quelle di Nestorio. Base dell’insegnamento di Cirillo è la Tradizione ecclesiastica, e in particolare, come ho accennato, gli scritti di Atanasio, il suo grande predecessore sulla sede alessandrina. Tra gli altri scritti di Cirillo vanno infine ricordati i libri Contro Giuliano, ultima grande risposta alle polemiche anticristiane, dettata dal Vescovo di Alessandria probabilmente negli ultimi anni della sua vita per replicare all’opera Contro i Galilei composta molti anni prima, nel 363, dall’imperatore che fu detto l’Apostata per avere abbandonato il cristianesimo nel quale era stato educato.

CATECHESI DI BENEDETTO XVI SU SAN CIRILLO DI ALESSANDRIA

Vedasi al riguardo il bellissimo testo della sua Omelia su San Cirillo (1).

Cosa dice Wikipedia su San Cirillo di Alessandria? E’ interessante darci un’occhiata.

Cirillo di Alessandria (Teodosia d’Egitto370 – Alessandria d’Egitto27 giugno 444) fu il quindicesimo Papa della Chiesa copta (massima carica del Patriarcato di Alessandria d’Egitto) dal 412 alla sua morte. La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse lo venerano come santo.

Come teologo, fu coinvolto nelle dispute cristologiche che infiammarono la sua epoca. Si oppose a Nestorio durante il concilio di Efeso del 431 (del quale fu la figura centrale). In tale ambito, per contrastare Nestorio (che negava la maternità divina di Maria), sviluppò una teoria dell’Incarnazione che gli valse il titolo di doctor Incarnationis e che è considerata ancora valida dai teologi cristiani contemporanei.

LE ACCUSE INGIUSTE

Ed infatti ecco le ingiuste accuse neo-moderniste! Vediamo dunque di che si tratta:

Perseguitò i novaziani, gli ebrei[1] ed i pagani[2], sino a quasi annientarne la presenza nella città. Alcuni storici lo indicano come il mandante dell’omicidio della scienziata e filosofa neoplatonica Ipazia[3][4].

LA VICENDA DI IPAZIA

Vediamo dunque che fondamento possano davvero avere le accuse riguardo alla morte di Ipazia, filosofa e matematica vissuta nel V secolo d.C.. In realta’ suo nome ha iniziato ad essere usato come argomento “anti-cristiano” a partire dal XVIII secolo quando John Toland, filosofo razionalista irlandese, pubblicò il libro intitolato Ipazia. Dopo ben tredici secoli dal drammatico fatto, dunque, durante i quali fu scarsissimo l’interesse verso la filosofa, Ipazia viene descritta come la libera pensatrice deista, un campione del razionalismo illuminista uccisa dai cristiani stupidi. La strumentalizzazione di tale evento in chiave anti-cattolica fu ripresa con entusiasmo da Diderot, Voltaire, Gibbon, Charles Kingsley, Bertrand Russell, Carl Sagan. Quest’ultimo, in una serie televisiva trasmessa nel 1980, sostiene che Ipazia fu l’ultima studiosa a lavorare nella Grande Biblioteca di Alessandria, suggerendo che i cristiani che l’avevano assassinata avrebbero subito dopo preso d’assalto anche la Biblioteca di Alessandria. Inutile ricordare che quando nacque Ipazia, la Biblioteca di Alessandria a cui Sagan si riferisce non esisteva da oltre un secolo (Sagan si confonde con la conversione del Serapeo di Alessandria, ormai privo di rotoli, in una chiesa, favvenuta vent’anni prima della morte di Ipazia). Oggi il massacro di Ipazia è un immancabile granello del rosario anticlericale, assieme alle crociate, l’inquisizione, Giordano Bruno, Galileo ed il nazismo di Pio XII.

L’ASSASSINIO DI IPAZIA D’ALESSANDRIA: MOVENTE POLITICO, NON RELIGIOSO

Ipazia finì drammaticamente coinvolta nella disputa politica tra il prefetto Oreste ed il vescovo Cirillo, spiegata nel precedente paragrafo, sostenuti l’uno dall’élitè cittadina e l’altro dal popolo. La fonte più affidabile sulla morte di Ipazia è quella di Socrate Scolastico e sostiene il movente politico.

Essendo una figura di spicco della città, come tutti i filosofi venne ritenuta -almeno in teoria- una voce neutrale e moderatrice nella vita civile. Socrate Scolastico annota che «tutti gli uomini l’ammiravano per la sua straordinaria dignità e virtù» (Historia ecclesiastica, VII.13), mentre il filosofo pagano Damascio, nonostante scriva un secolo dopo Socrate Scolastico e i fatti raccontati, concorda sul fatto che Ipazia «era abile e articolata nei suoi discorsi, saggia e politicamente virtuosa nelle sue azioni, la città apparentemente l’amava e si prostrava particolarmente di fronte a lei, e i governatori la salutavano sempre per primi quando venivano in città» (Vita di Isidoro, 43E). Ipazia, tuttavia, apparteneva alla stessa classe sociale e politica del prefetto Oreste e Socrate Scolastico scrive che ne era una sorta di consigliera, tanto da avere «incontri frequenti con Oreste». Non sorprende quindi che sia stata associata al prefetto negli scontri che divisero Alessandria.

Nella sua Hypatia: The Life and Legend of an Ancient Philosopher (Oxford University Press 2017), il prof. Edward J. Watts, docente di Storia alla University of California, scrive: «Gli storici che scrivono su Ipazia hanno avuto la tendenza a concentrarsi sulle dinamiche religiose alessandrine del IV e V secolo, ma le divisioni spaziali e socioeconomiche contavano molto più delle differenze religiose per i contemporanei di Ipazia. La maggior parte degli alessandrini e dei pagani del IV e V secolo non comprendevano le differenze religiose allo stesso modo delle moderne comunità religiose. Non vedevano forti divisioni tra cristiani e pagani e non sarebbero stati naturalmente ostili verso le persone con credenze diverse» (p. 17, 18). La stessa Ipazia, pagana, intratteneva buone relazioni con la comunità cristiana avendo -come già detto- numerosi discepoli cristiani, il predecessore del vescovo Cirillo, Teofilo, nominò uno degli studenti di Ipazia, Sinesio di Cirene, come vescovo di Tolemaide, una delle principali città del Nord Africa. Sinesio rimase amico di Ipazia fino alla sua morte (sette delle sue lettere indirizzate a lei sono ancora esistenti).

LE ACCUSE (SENZA FONDAMENTO ALCUNO) DI SUPPOSTE PERSECUZIONI (novaziani, ebrei e pagani)

Hanno qualche possibile fondamento queste accuse? Ma di che si tratta veramente? Una giornalista del GR2 e’ affermo’ in una trasmissione radiofonica (10-01-201) che alcuni santi avevano “un carattere poco raccomandabile, come Cirillo di Alessandria, che fu responsabile di stragi e persecuzioni”. Cirillo di Alessandria, vescovo santo e dottore della Chiesa, dunque addirittura “responsabile di stragi e persecuzioni”?

Ora, a parte il fatto che la eventuale responsabilità in stragi e persecuzioni ben difficilmente potrebbe essere attribuita a questioni caratteriali, da dove nascerebbe allora l’affermazione della giornalista del Gr2? Probabilmente dalla recente “leggenda” di Ipazia, personaggio reso ultimamente celebre da libri e film, in cui si parla di questa «affascinante filosofa pagana di Alessandria uccisa dai cristiani per ordine del vescovo s. Cirillo nel 415».

Quanto agli ebrei di Alessandria e vero che Cirillo come Vescovo della citta’ li fece espellere. Ma questo accadde dopo disordini politico/etnici nei quali gli ebrei assassinarono un notissimo esponente cristiano e subito dopo in probabile retaliation venne assassinata anche la stessa Ipazia (2). Dalle cronache di Socrate Scolastico (scrittore cristiano), risulta che nel 414 ci furono violenze contro i cristiani ad opera di ebrei, alle quali Cirillo reagì cacciando gli ebrei da Alessandria e trasformando in chiese le sinagoghe. 

LA SANTITA DI CIRILLO

Che tali accuse, mosse in tempi moderni, siano false e’ documentato in modo inoppugnabile dal  Concilio di Costantinopoli II del 553 d.C., il quale decretò:
«Cirillo che è tra i santi, il quale ha predicato la retta fede dei cristiani»
(Anatematismo XIV, ENCHIRIDION SYMBOLORUM Denzinger et Schoenmetzer 437)
Questo fatto conferma che già nel VI secolo egli era considerato santo dalle Chiese conciliari.

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(1) http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20071003.html

(2) Ipazia. La vera storia, Silvia Ronchey (2011).