Categorie
LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

ARTICOLO DI DON MINUTELLA: “ALLO SBANDO TOTALE”

Di don Minutella

Ieri sera, al termine del terzo giorno della seguitissima Novena dell’Immacolata su Radio Domina, tornando a casa, prima di mettermi a letto, a mo’ di relax, ho voluto scorrere i commenti al post che Marco Tosatti ha pubblicato su “Stilum Curiae” (29.12.2020) a riguardo del mio ultimo libro “Pietro, dove sei?”.

I miei molti detrattori non si sono fatti attendere. Con un livore del tutto ostentato, per l’imperdonabile attenzione che Tosatti ha voluto concedermi, hanno lasciato spazio agli ormai noti giudizi di condanna circa il sottoscritto.

Leggendo attentamente, mi sono accorto che il livore maggiore proviene dal mondo dei preti, cui peraltro appartengo. Un tale don Pietro Paolo (ovviamente senza altri dettagli) ha prodotto una raffica incontrollata di commenti inviperiti contro di me, concludendo, di fronte alle argomentazioni di diversi commentatori a mio favore, con la più ovvia e comoda delle etichette: “E’ UN ESALTATO”.

Trovo poi il commento, pieno di afflato paterno (!) di padre Fabiano, che mi invita a convertirmi e a non condurre le anime lontane dalla Chiesa: “SEI IN ERRORE, RAVVEDITI!”.Ciò che ne ho desunto è che il vero problema, ancora una volta, non sono tanto le schiere di laici che vanno a messa ancora in comunione con un falso papa, in una falsa chiesa, con un falso Padre Nostro, ma i preti che, anziché venir fuori e urlare la verità della fede cattolica, tacciono su tutto, incredibilmente, facendo così credere, con inganno, agli UNA CUM che stanno agendo bene.

Così, a quanto pare, il problema per essi – nutriti di prebende, otto per mille, canoniche, promesse di carriera, monsignorati e titoli vari – non è affatto Bergoglio né la sinagoga di satana che ha usurpato il trono di Pietro, disseminando ovunque l’eresia e producendo l’apostasia della fede, no! Il problema per i preti italiani, sparsi per le parrocchie della penisola, pensate un po’, è don Minutella.

Un tale scrive a padre Fabiano, e molto opportunamente: “allora, Rev. Padre Fabiano, Cominci Lei a Denunciare Pubblicamente, le pluri-Eresie Manifeste di Bergoglio”. Ovviamente il padre inquisitore è improvvisamente scomparso, mentre l’altro, tale don Pietro Paolo, conclude con l’insulto: “è un esaltato”.

Altri preti, a turno, hanno agito, sempre all’unisono, contro di me, dai pulpiti, nelle prediche, a messa, nei social. La ragione che li spinge a demonizzarmi è la loro coscienza che si sente ammonita dalla mia testimonianza così tanto sofferta eppure così feconda. Anziché umilmente riconoscere che don Minutella ha avuto il coraggio della profezia, finiscono con il gettargli addosso con rabbia i migliori e fraterni auspici.

Il problema sono proprio loro, i preti. Questi preti alla don Pietro Paolo e padre Fabiano, di cui è piena la Chiesa. Preti che tacciono sulla gravità della situazione ecclesiale, sulla spudorata deriva eretica di Bergoglio, e poi si infiammano contro un povero prete che urla l’errore. È comodo infierire su un uomo di Chiesa abbandonato da tutti, sul cui onore chiunque può gettar fango, è facile ed è da vigliacchi. Più difficile, anzi rischioso, è infierire sul potente falso papa e sulla congregazione massonica di cardinali, vescovi e teologi che diffondono l’errore e la confusione dottrinale.

Così addosso al sottoscritto, tacciono del tutto vergognosamente sulla mostruosa deriva apostata della falsa chiesa. Che poi le loro argomentazioni li inchiodano alla più ridicola insignificanza, è sotto gli occhi di tutti.

Porto solo due esempi.

Tale don Pietro Paolo, sempre sul blog di Tosatti, messo con le spalle al muro circa il rito idolatrico di Pachamama, ecco come risponde: “il gesto di dare la statuetta della pachamama al papa deve essere letto come sottomissione a Cristo”. definisce poi il documento di Abu Dhabi, che ritiene uguali tutte le religioni, “un bellissimo documento”. Sembra un prete venuto dallo spazio, e chiunque, anche una sola anima, lo seguisse, finirebbe in inferno!

L’altro episodio che voglio citare è quello di un prete, di cui non conosco il nome, che interrogato da una fedele che segue le mie catechesi su Radio Domina, a proposito del cambiamento del Padre Nostro nel Nuovo Messale, ha risposto nel seguente modo: “Gesù pregava in aramaico, dunque, noi non sappiamo come è veramente il Padre Nostro”. E qui siamo allo sbando totale, allo sfacelo dell’identità sacerdotale, perché il prete in questione dovrebbe sapere che la Scrittura e i vangeli posseggono un carattere normativo e sono inerranti, cioè non possono sbagliare, perché ispirati dallo Spirito Santo. L’evangelista Matteo non può aver riportato in lingua greca un Padre Nostro diverso da quello che pregava Gesù, come sostiene il bizzarro prete. Se così fosse, i vangeli possederebbero un margine di inaffidabilità, ma ciò è impossibile e impensabile. Il prete in questione dovrebbe saperlo, ma spererei che sia del tutto ignorante, perché se queste cose le sa, e dice quel che ha detto, allora è un apostata dichiarato, e chiunque lo segue si perde. I preti, questo è il vero problema…Su di loro vale oggi il detto di Gesù sui farisei: “lasciateli, sono ciechi guide di ciechi” (Mt 15,14). Su di me, il buon Dio faccia scendere la sua misericordia, sento il fiato sul collo, l’odio che monta e diventa sempre più intimidatorio, da ogni parte. Don Minutella

https://www.facebook.com/radiodominanostra/photos/a.1737683089810278/2788053568106553/